Terni, emergenza culturale: le dichiarazioni dell'Assessore Regionale Bracco
sono preoccupanti e lontano dalla realtà delle cose
Francesco Camuffo, presidente Arci Umbria e Arci Terni*
Lasciano assai perplessi le considerazioni dell'Assessore Regionale Bracco sulla cultura a Terni. La preoccupazione principale risiede nel non poter comprendere se si tratta di una convinzione maturata autonomamente o se, peggio sarebbe, l'Amministrazione Comunale non sia riuscita a rappresentare le emergenze culturali di questo territorio.
L'idea che Terni abbia una vocazione multimediale, dopo quindici anni di insuccessi del CMM e di Papigno legati tanto al non trovare commesse ma anche al non avere competenze interessanti per gli investitori, è pericolosissima e del tutto lontana dalla realtà. Si tratta di inseguire un sogno, che pure aveva un suo perché negli anni Ottanta, che ha già dimostrato negli ultimi quindici anni la sua inconsistenza, per di più con enorme esborso di denari pubblici.
Anche l'interessante riflessione sulla contemporaneità degli ultimi anni ha dimostrato i suoi limiti, perché legata a gruppi di interesse minoritari, talvolta elite, almeno finché l'ambito è quello della conca. Ma oltre alla cinta locale poco si muove. I numeri dei partecipanti alle mostre lo dimostrano incofutabilmente.
Legare Terni a San Valentino è stato fatto in tutti i modi, ma dobbiamo riconoscere che da tempo si prova ma senza molti risultati, almeno verso l'esterno della città. L'ipotesi di legare la città dell'acciaio al vino, ancora di più sembra un'operazione carina ma distante dalla realtà. A Terni di fatto non si produce vino.
Terni, da quando è diventata città operaia, ha avuto un suo elemento identitario nella contemporaneità, ma in quanto popolare. Terni è l'unica città dell'Umbria con dinamiche popolari di massa significative.
Il grandissimo lavoro negli ultimi quaranta anni sul popolare, l'orale e la cultura operaia partendo da Sandro Portelli e Valentino Paparelli (che da poco ci ha lasciati) passando per Lucilla Galeazzi piuttosto che per il teatro di Liberati, piuttosto che Ascanio Celestini finanche all'ICSIM per altri versi, sembra un orizzonte sconosciuto benché sarebbe la pista principale di lavoro.
E' proprio in questo contesto che con il progetto Suoni della Memoria (Comune di Terni e Maree) la prossima settimana debutterà a Terni lo spettacolo internazionale di Lucilla Galeazzi "Le voci Magiche del Mediterraneo". Insieme a lei l'ensemble vocale marocchino delle Bnet Houriyat (gruppo scovato e sostenuto da Peter Gabriel da oltre dieci anni) e ad altre quattro straordinarie musiciste italiane. Una produzione tutta ternana che il 4 ottobre sarà a Parigi al Festival de l'Ile de France ed il giorno seguente a Bruxelles...
Ma Terni è destinata ad inseguire una chimera futuristica e futuribile da oltre un secolo, senza guardare realmente la contemporaneità e il popolare. E forse di questo complesso non ce ne libereremo mai, perché il popolare se non è radical chic non va bene, soprattutto a sinistra. E intanto gli operari sono ancora per strada, tali e quali al dopoguerra o alle serrate di inizio '900.
Anche nelle attività musicali, più che nel settore dello spettacolo e del marketing territoriale, Terni ha dato il suo contributo più importante nella formazione degli operai della musica: i musicisti. Decine di talenti nell'ambito del Jazz (con la Jazz University e il Blues Island) già dagli inizi degli anni Ottanta.
Numeri altrettanto importanti dal locale "conservatorio" Briccialdi. Ma mai un ragionamento vero sulle orchestre regionali, come in tutti gli altri territori del Paese.
Esperienze che sono state eccellenze vere sul territorio umbro, tanto che forse si potrebbe andare a tirar fuori qualcosa sul marchio Umbria Jazz, sulla cui titolarità non è mai stata fatta chiarezza fino in fondo.
Terni ha bisogno urgente di un luogo in cui rivedere allo specchio la sua cultura, non solo lo spettacolo. Speriamo che le considerazioni di Bracco facciano fare un salto di qualità a tutti quei soggetti che dovrebbero guardare in questa direzione.
13 giugno 2013
* pubblicato su "il messaggero" 14/06/2013
Dichiarazione di Paolo Beni, presidente Arci nazionale e
Francesco Camuffo, presidente Arci Umbria
L'ARCI condanna la gravissima e ingiustificata carica della Polizia durante il corteo dei lavoratori della TK-AST di Terni che manifestavano per il futuro del Polo siderurgico ternano. Una manifestazione pacifica, come è tradizione in una città che vanta una lunga storia di lotte operaie e democratiche, rovinata dalla violenza delle forze dell'ordine che ha colpito, oltre ai lavoratori, anche il Sindaco Leopoldo Di Girolamo, ferito alla testa da una manganellata.
Un comportamento che ci preoccupa in modo particolare perché rischia, in una situazione di incertezza sui destini delle acciaierie ternane e di difficile crisi economica e sociale dell'intero paese, di alimentare pericolose tensioni sul fronte sociale.
Arci Terni segue da sempre la complicata vicenda delle acciaierie ternane, che negli ultimi dieci anni si è fatta sempre più delicata: dalla chiusura del reparto magnetico fino alle incognite di questi mesi sul futuro dello stabilimento umbro.
Esprimiamo al Sindaco e agli operai coinvolti nelle cariche la nostra piena solidarietà.
Chiediamo che il ministro dell'Interno, accertate modalità e responsabilità di quanto avvenuto, ne riferisca al più presto in Parlamento.
5 giugno 2013
All'interno del Festival "Suoni della Memoria", Giovedì 30 maggio alle ore 11.00 all'Auditorium di Palazzo Primavera, Ascanio Celestini, Lucilla Galeazzi e Marco Gatti, presentati da Francesco Camuffo (Pres. ARCI Terni), si incontreranno per raccontare "Sirena dei Mantici" spettacolo ispirato da "Biografia di una città" di Alessandro Portelli e portato in scena dieci anni fa.